L’azione artistica di Lorena D’Ercole si impernia sul processo di trasformazione attraverso il suo unico e personale codice artistico; la parola diviene quindi forma, il sentimento sfumatura e superficie e le intenzioni diventano colore. Una danza cromatica e materica, una nebulosa quantica dettata da sensazioni introspettive scaturite dal dialogo con il suo committente o tra sé e sé. La tela diventa lo spazio dove l’informazione energetica e frequenziale viene stratificata in forma d’arte pittorico materica.

Un ulteriore salto quantico nella fruizione dell’opera avviene grazie a una doppia lettura. La prima passa come già detto attraverso l’antenna umana, quello che in letteratura viene descritto il “terzo occhio”, la più alta forma di intuito a nostra disposizione; L’altra forma di fruizione dell’opera avviene attraverso l’intelligenza artificiale che emula sul piano tecnologico ciò che noi umani stessi facciamo, emettere e ricevere frequenze. Dunque l’opera in questo caso, dialoga con lo spettatore attraverso un particolare chip immerso tra le stratificazioni pittoriche. L’osservatore può quindi leggere l’opera utilizzando il suo dispositivo portatile, che sia uno smartphone o altri supporti compatibili.

 Assistiamo quindi a una fruizione su più piani dimensionali; analogico, digitale, quantico, animico e frequenziale.